domenica 6 settembre 2009

Pianazze/5, la lettera pastorale del vescovo Ambrosio

Sintesi a cura dell’ufficio stampa

“Prendi il largo” è il titolo della lettera pastorale con la quale il vescovo mons. Gianni Ambrosio dà indicazioni per “i primi passi della Missione Popolare Diocesana”. Il documento è stato presentato ufficialmente nel corso del convegno pastorale che si è tenuto il 4 e il 5 settembre a Pianazze. La sintesi, che segue, è unicamente un primo aiuto per gli operatori della comunicazione e non è stata rivista dall’Autore. Il testo integrale, pubblicato in un opuscolo inserito in un cofanetto con il programma del prossimo anno pastorale e con un DVD sul significato della Missione, è stato distribuito ai partecipanti al convegno e può essere richiesto alla segreteria pastorale della Curia; inoltre sarà presto disponibile anche sul sito internet della diocesi.

In apertura mons. Gianni Ambrosio, dopo aver ricordato il periodo trascorso alla guida della “amata Chiesa di Piacenza-Bobbio”, fa riferimento al suo recente pellegrinaggio in Terra Santa con i giovani sottolineando che la comunità cristiana, tenendo “fisso lo sguardo su Gesù, parola di Dio fatta carne, può svolgere il grande compito dell’evangelizzazione. Desiderando essere costantemente evangelizzata, la comunità cristiana annuncia che Gesù è l’inviato del Padre, venuto nel mondo per rivelarci il volto del Padre che ama e per donarci lo Spirito Santo affinché possiamo tutti partecipare alla vita divina. Prima ancora di essere un dovere – e lo è, per ogni cristiano e per ogni comunità cristiana –, la missione sgorga dalla gioiosa esperienza della Pasqua, dall’incontro con il Cristo Risorto. Chi ha provato questa gioia, vuole diffonderla, non può fare a meno di andare di corsa a comunicarla ai fratelli e alle sorelle. Chi si è incontrato con lui, sente la necessità di donare speranza a chi non ce l’ha, di offrire un raggio di luce a chi vive nel buio (cf Lc 14,33; Mc 16, 8)”.
IL TITOLO. In un passaggio la giustificazione del titolo della lettera pastorale: “Come tutti i pellegrini che si recano in Terra Santa, anche noi siamo stati sulle rive del lago di Gennèsaret o di Tiberiade. Lì sono risuonate per noi le parole di Gesù rivolte a Simone e agli altri apostoli: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” (Lc 5, 4 ).È opportuno soffermarsi su questo brano del Vangelo di Luca, perché queste parole devono sempre risuonare nella nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio”.

LA MISSIONE POPOLARE. Dopo aver commentato questo brano del Vangelo di Luca, il Vescovo affronta il tema della missione popolare diocesana. “Come Pietro, anche noi, fidandoci della parola di Cristo e accogliendo il suo invito a diventare pescatori di uomini, desideriamo comunicare che l’incontro vivo con Cristo Risorto, testimone del Padre, riempie di gioia e di speranza la vita umana. Ecco allora la Missione popolare diocesana: un ‘tempo speciale’ per ritrovare lo slancio missionario e per ricuperare la comune responsabilità di quel ‘tesoro’ che è stato affidato a noi per essere a tutti comunicato. Perché questo ‘grande atto di carità’ – così qualificava l’impegno della Chiesa del Concilio nell’andare incontro a tutta l’umanità il cardinale Montini nella sua Lettera quaresimale del 1962 Pensiamo al Concilio) – possa essere attuato con passione, occorre seguire Simon Pietro e metterci tutti alla scuola del Vangelo, lasciandoci plasmare dallo ‘stile educativo’ di Gesù. Solo così potremo consegnare alle generazioni più giovani la bellezza e la novità del Vangelo, per essere veri “serviteurs de la confiance” (come diceva frère Roger di Taizé in uno dei suoi ultimi interventi), servi della fiducia, e per questo capaci di superare i “maestri del sospetto”.
“Vi invito pertanto a dedicare i primi mesi del nuovo anno pastorale ad un discernimento orante, per rispondere con generosità e prontezza all’appello dello Spirito a diventare missionari del Vangelo. Per questo sarà utile che tutti riprendiamo nella meditazione e nella preghiera l’icona evangelica della Missione (Lc 5,1-11). Entro la fine del mese di dicembre in ogni unità pastorale dovrà essere costituito il gruppo dei missionari. Nella festa del Battesimo di Gesù celebreremo tutti insieme, nella nostra Cattedrale, l’inizio della Missione popolare diocesana”. Mons. Ambrosio non si nasconde le difficoltà, ma sottolinea che “la Missione è un cantiere dello Spirito”.

I MISSIONARI. Il Vescovo, dopo aver ricordato che il Vangelo è per tutti, si sofferma sulla figura dei missionari. “Nel Vangelo secondo Marco, il discorso di Gesù che invia i dodici in missione è particolarmente breve, quasi a suggerire il carattere rapido, improvviso e sorprendente del nuovo cammino (cf Mc 6, 7-13). Gesù chiama senza ulteriori dichiarazioni sulle condizioni di esercizio della missione. Né doti né abilità particolari né qualità oratorie distinguono i missionari. Tutta la forza sta nella chiamata che è grazia e benedizione. Se ai missionari mancherà qualcosa per l’attuazione del loro incarico, questo verrà ad essi aggiunto in dono. (...) Neppure a noi oggi servono troppe condizioni: se si deve prevedere e provvedere a tutto non si parte mai.
“(...) Coloro che sono chiamati da Gesù sono chiamati subito alla missione: tuttavia l’invio è preceduto da un tempo di vita comune con il Maestro. Questa consuetudine di vita diventa una sorta di noviziato, di iniziazione alla novità che la proposta di Gesù porta in sé. Si richiede perciò di lasciarsi plasmare da colui che chiama per diventare a tal punto appassionati della parola del Vangelo da sentire il bisogno di coinvolgere altri. Ogni cristiano che vive attivamente la propria adesione a Cristo e la propria appartenenza alla comunità ecclesiale attua ed esprime la missionarietà della Chiesa. Nel tempo speciale della missione popolare vi è però bisogno della disponibilità di molti a vivere in modo specifico il servizio missionario. Durante il cammino ci saranno chiamate a servizi particolari: qualcuno sarà chiamato ad animare celebrazioni, altri a proporre momenti di annuncio della parola, altri ancora percorsi di gruppo. Tutti con il solo desiderio di servire con fedeltà e creatività la missione di Gesù e della sua Chiesa.
“Se nella nostra diocesi molti accoglieranno con entusiasmo l’invito a diventare missionari, la Missione popolare potrà prendere avvio. Il resto verrà di conseguenza: dalla loro azione e testimonianza sia a livello di vita personale (casa, lavoro, ecc.) che pastorale, nascerà il volto nuovo della nostra Chiesa.
“Chi può essere missionario? Tutti, dai ragazzi agli anziani. Partecipare come missionario alla missione popolare è come prima cosa un’esperienza gioiosa, una risorsa per se stessi e per gli altri. Non è necessario sentirsi competenti, all’altezza e già preparati. È sufficiente l’ascolto, la disponibilità, la gioia di voler condividere ciò che abbiamo ricevuto. In un certo senso si potrebbe dire che si fa la missione per diventare missionari: accogliendo la chiamata si riceve in dono una fede rinnovata, desiderando donare agli altri si manifesta la gratitudine per il dono ricevuto e il dono diventa l’evento della nostra vita. La missione coinvolge tutti i cristiani, ma in particolare i missionari. Se all’inizio sono poche le persone che si lasceranno appassionare, con il loro entusiasmo contageranno altri.
È mio vivo desiderio incontrare il gruppo dei missionari delle diverse Unità Pastorali, eventualmente già nella prossima visita che farò ai sacerdoti andando ad incontrarli là dove svolgono il loro ministero”.
“La Missione popolare diocesana – continua mons. Ambrosio- è anche questione di stile ecclesiale, lo stile con cui la nostra Chiesa svolge la sua missione nel mondo che cambia, puntando sulla “conversione pastorale”, sulla necessità di ri-situare, in un nuovo orizzonte, le forme e le modalità del suo servizio pastorale. Per questo è importante riflettere insieme su alcuni tratti essenziali dello stile e del volto della Chiesa. (...)

STILE E VOLTO DELLA CHIESA DELLA MISSIONE. Il Vescovo si sofferma poi su “alcuni tratti dello stile e del volto della Chiesa della missione” e chiede che si continui “la riflessione all’interno degli organismi di partecipazione e nei momenti formativi dei gruppi per percorrere accordati il cammino della Missione”.
La Chiesa della missione è:
battesimale (compiere ciò che è necessario perché i doni del Battesimo siano riconosciuti);
eucaristica (quando la comunità si riunisce per celebrare l’Eucaristia nel giorno del Signore, il cuore ricomincia a sperare, le persone ritornano capaci di gesti di gratitudine e iniziano ad agire con sapienza festiva. È questa la grazia che salva, che restituisce l’uomo a se stesso);
essenziale (è certa della bellezza e della potenza del Vangelo e si impegna perché le persone possano ritrovare il centro, la sorgente, il fondamento che è Gesù Signore);
ospitale (la Chiesa della Missione è incarnata, non elabora solo discorsi, ma invita ad incontri, crea luoghi in cui le persone possono essere accolte, riconosciute, chiamate per nome);
semplice (sa che la religione può correre il rischio di diventare un’ideologia quando è proposta una verità astratta e racchiusa in puri schemi di pensiero.... La verità non coincide con un apparato culturale, ma ha il volto misterioso della persona di Gesù);
vivificante (prima di essere maestra, si fa discepola dell’unico Maestro; prima di insegnare, ascolta lui e si mette in ascolto anche delle persone che incontra e si lascia interpellare dalle culture con cui entra in contatto. Non dimentica il passato e non demonizza il presente, ma accoglie e sente amiche le forme del sentire contemporaneo. Perciò non teme la libertà, rispetta la sensibilità, si fa vicina al desiderio dell’uomo);
coinvolgente (più una Chiesa è semplice e umile, più riesce a coinvolgere uomini e donne nel cantiere dello Spirito);
creativa (solo una Chiesa animata dallo Spirito Santo è una Chiesa creativa in grado di affrontare la complessità del mondo e le sfide della vita, rinnovando i linguaggi, andando alla ricerca di nuovi carismi, reinventando le forme di prossimità);
affettiva (non convince solo con ragionamenti; scrive nel cuore delle persone le immagini della tenerezza, dell’amore, della misericordia, della figliolanza, le stesse immagini di Gesù);
aperta (di tutti e per tutti. La sua origine è nel Cristo crocifisso, radicalmente aperto e offerto a tutti).

MISSIONE POPOLARE – MISSIONE EDUCATIVA. Infine la terza parte in cui il Vescovo affronta il rapporto tra missione popolare e missione educativa. “Vogliamo vivere il tempo speciale della missione popolare prestando attenzione alle sollecitazioni del contesto socio-culturale e in sintonia con le linee di lavoro pastorale della Chiesa Italiana, che indica la questione educativa tra i temi prioritari dei prossimi anni”.
Mons Ambrosio sviluppa poi alcuni temi specifici: in cammino con la Chiesa italiana; educare al mistero di Dio e al mistero dell’uomo; educare alla relazionalità e alla libertà responsabile; la comune responsabilità educativa; verso Cristo e verso i fratelli.
La lettera pastorale nella parte conclusiva fa riferimento all’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta: “In queste due madri vediamo la nostra Chiesa che ha un volto, un cuore, una preoccupazione di madre. Vediamo anche lo stile della missione della Chiesa, nel gesto di saluto, nel riconoscimento dell’opera di Dio nella storia degli uomini, nel servizio umile e gioioso. Così, con questo stile, la nostra Chiesa si mette in cammino con la missione popolare diocesana e con la missione educativa”.
Il documento termina con un’invocazione alla Madonna; non a caso è stato il firmato dal Vescovo il 15 agosto 2009, Solennità della Beata Vergine Assunta.

1 commento:

antonio ha detto...

La informiamo che la nostra associazione ha realizzato le mostre fotografiche e scientifiche :
- Sindone, fotografica e descrittiva.
- N.S. di Guadalupe, fotografica, storico-culturale e scientifica(equiparata dagli scienziati alla Sindone)
Sono online, proiettatate(guidate e illustrate) e in pannelli itineranti.
Sono a vostra disposizione e potete eventualmente collaborare affinchè la mostra della Sindone possa essere visitata anche nelle sua città in occasione dell'ostensione pubblica del 2010 a Torino
Potete visionare il tutto nel sito:
www.associazioneavvento.it
ass.avvento@alice.it
La ringrazio anticipatamente e invio distinti saluti
Antonio Strina

P.S. con preghiera per la massima diffusione