mercoledì 16 giugno 2010

Ambrosio: il sacerdozio non è solo ufficio ma sacramento

Sabato scorso il vescovo di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio, ha ordinato sacerdote, nel duomo di Piacenza, Valerio Picchioni, 26 anni. Don Valerio è l'unico prete a venire ordinato quest'anno nella diocesi di Piacenza-Bobbio. Riportiamo i passaggi dell'omelia nei quali il vescovo si è rivolto al neo sacerdote.

Carissimo don Valerio, fra poco, dopo averti chiesto se vuoi esercitare il ministero sacerdotale nel grado di presbitero e annunciare il Vangelo e celebrare i misteri di Cristo, ti porrò questa domanda: “vuoi, insieme con noi, implorare la divina misericordia per il popolo a te affidato?”.

Questo impegno che tu assumi davanti al popolo di Dio – quello di implorare con la preghiera la divina misericordia –, potrai attuarlo immergendoti in questa pagina del Vangelo: così avrai lo sguardo di Gesù, così avrai il cuore di Gesù e così potrai implorare, testimoniare e donare la divina misericordia.

Se entri in profondità nella logica della grazia e del perdono, se esclami con Paolo «non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me» (Gal 2, 20), se vivi con cuore grato la grazia di essere figlio amato dal Padre, allora puoi “spalancare il mondo a Dio e congiungerlo a Lui”. Sono queste le parole di Benedetto XVI che ieri mattina, insieme a un gruppo di sacerdoti della nostra Chiesa, abbiamo ascoltato con grande commozione in piazza san Pietro. Il Papa proseguiva dicendo: “Il sacerdozio è quindi non semplicemente «ufficio», ma sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore. Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola «sacerdozio». Che Dio ci ritenga capaci di questo; che Egli in tal modo chiami uomini al suo servizio e così dal di dentro si leghi ad essi: è ciò che in quest’anno volevamo nuovamente considerare e comprendere”.

Tu, caro don Valerio, vieni ordinato il giorno dopo la solenne conclusione dell’Anno sacerdotale, anno in cui, sono sempre le parole del Papa, “volevamo risvegliare la gioia che Dio ci sia così vicino (…) e che Egli ci conduce e ci sostiene giorno per giorno”.

Sì, possiamo insieme implorare la divina misericordia e testimoniarla con la nostra parola e la nostra vita perché sappiamo che Dio ha donato e continua a donare a noi il suo amore misericordioso in Cristo Gesù. Possiamo allora essere identificati con Lui e trasmettere ai fratelli quell’amore che Gesù ha riversato, e continua a riversare, su noi.

Desidero dire grazie al Signore per l’opera che ha compiuto nella tua vita, conducendoti al presbiterato. Sono profondamente grato ai tuoi genitori, alla tua famiglia, alle parrocchia da cui provieni e a quelle dove hai già svolto il tuo servizio. Ringrazio poi i superiori e i professori del Collegio Alberoni e tutti coloro che ti hanno accompagnato con la loro preghiera e il loro sostegno.

Carissimo don Valerio, la tua voce, le tue mani, il tuo cuore e tutto il suo essere siano offerti per sempre a Cristo, perché tu possa essere l’‘inviato’ della misericordia di Dio, di quella misericordia di cui abbiamo profondamente bisogno per vivere nella gioia e nella pace come figli di Dio Padre che Gesù ci ha svelato. Amen.


Si ringrazia Vittorio Ciani per la collaborazione

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