lunedì 18 febbraio 2008

La diocesi promette fedeltà al vescovo Ambrosio

Piacenza «Diamo la nostra disponibilità a camminare da lei guidati sulle orme di Cristo». Così Pierpaolo Triani, presidente dell’Azione cattolica diocesana e segretario del consiglio pastorale diocesano esprime, in modo simbolico, l’obbedienza dei laici impegnati della Chiesa piacentina al vescovo Gianni AmbrosioEra, quello di ieri pomeriggio, il primo atto dell’episcopato: la professione di obbedienza; manifestata anche da Grazia Maloberti responsabile della Consulta delle associazioni laicali e da sette persone rappresentanti degli altrettanti vicariati nei quali è suddivisa la diocesi.
Nel Duomo di Piacenza sono in tanti per la messa vespertina delle 18 e 30. Un migliaio di persone che desiderano, con la loro presenza, manifestare la fedeltà al nuovo capo della diocesi. Ma anche vedere da vicino ed ascoltare il nuovo vescovo, in un’occasione più tranquilla - anche se non per questo meno solenne - rispetto all’affollata celebrazione di sabato. È questo l’inizio ufficiale del ministero episcopale per monsignor Gianni Ambrosio che, per la prima volta, presiede come vescovo dopo l’ordinazione e la presa di possesso. La celebrazione inizia con le parole di gratitudine di monsignor Lino Ferrari che parla di una giornata memorabile per la diocesi di Piacenza-Bobbio: «Se ieri per lei, eccellenza, è stato il giorno del dono dello spirito, oggi è invece il primo giorno del servizio». La prima omelia è breve ma profonda. La riportiamo integralmente sotto, con il titolo scelto dallo stesso monsignor Ambrosio. Dieci minuti esatti in cui il vescovo commenta le letture della seconda domenica di quaresima: capitolo 12 della Genesi (versetti 1-4); 2Timoteo 1 (8-10); Matteo 17 (1-9). Invita a salire sul monte, per ripetere l’esperienza degli apostoli che comprendono come la missione di Gesù sia quella di dare luce «agli uomini manifestando l’amore di Dio per l’uomo. E così comprendono anche quel’è la loro missione: donare luce, vita e amore all’umanità». Fa riferimento alla celebrazione del giorno prima: la definisce «toccante e coinvolgente». Poi chiede di continuare nella preghiera: «So che lo avete fatto tanto per me prima del mio ingresso. Vi prego di continuare a farlo perché il cammino della nostra Chiesa sia via, verità e vita».Sceglie la parte finale della celebrazione per ringraziare i piacentini: «Vorrei esprimere pubblicamente il mio grazie a tutti voi, un grazie sincero e riconoscente per la gioiosa accoglienza che mi avete tributato ieri e che continua anche oggi con questa cattedrale piena».
fed.fri.

Il testo integrale su Libertà di oggi, 18 febbraio 2008

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