domenica 13 aprile 2008

Counseling, per comprendersi meglio

Il Counseling è una nuova professione di aiuto che attraverso l'empatia e la creazione di uno spazio protetto di comunicazione, guida l'individuo a comprendersi meglio e a trovare in prima persona la soluzione ai propri problemi. In uno stile di vita con spazi e tempi sempre più delimitati, con ritmi sempre più frenetici e abitudini sempre meno conviviali, diventa sempre più necessaria una figura professionale che sappia creare quello spazio privilegiato di accoglienza, attenzione, ascolto ed empatia che una volta si creava con maggior facilità e spontaneità con amici, conoscenti e a volte anche con perfetti sconosciuti. Questa professione esiste e si chiama Counseling. Non a caso è nata e si è diffusa, già a partire dagli anni '50, proprio nei Paesi di cultura anglosassone, dove la maggior riservatezza delle persone, con una propensione minore all'estroversione e all'espansività, ha favorito la nascita di questa figura intermedia tra l'amico del cuore (non sempre disponibile) e lo psicoterapeuta (non sempre necessario). Oramai in Italia, e soprattutto nelle grandi città, il proverbiale calore umano mediterraneo spesso è soffocato dalle mille incombenze della vita moderna, e non è sempre facile, per chi si ritrova momentaneamente col cuore pesante, con un dubbio rispetto a una decisione o con un senso di malessere dovuto a un imprevisto, trovare con chi aprirsi e con chi confidarsi senza sentirsi dire "Te l'avevo detto io" oppure senza farsi propinare ricette preconfezionate su come affrontare il problema, senza il timore di essere inopportuni o senza doversi sorbire, alla prima pausa per riprendere fiato, le storie del cognato o della cugina dell'interlocutore... Il counselor è uno "specialista dell'ascolto", un esperto di comunicazione - dialogica e introspettiva - che mira a creare uno spazio protetto in cui il suo interlocutore si senta accolto, rispettato e, soprattutto, ascoltato. A dispetto della forte assonanza tra il termine counselor e consulente, il ruolo del primo non consiste assolutamente nel dare consigli o interpretazioni, ma nell'aiutare l'altro ad avere una visione più completa del problema e a trovare in prima persona la soluzione. E spesso questo risultato si raggiunge semplicemente offrendo al cliente - perché di cliente si tratta e non di paziente - la possibilità di parlare liberamente. Nel "tirare fuori" quello che prima era rimuginato solo solipsisticamente e nel guardarlo insieme al counselor, emerge una visione più obiettiva e globale della situazione, diventa molto più facile veder più chiaro e fare così le strategia di azione eventualmente necessarie. Interessante. Doppiamente. Primo, perché tutti hanno avuto e hanno a volte bisogno di un aiuto di questo tipo e, secondo, perché molti svolgono già un ruolo di questo tipo nella loro vita quotidiana e potranno scoprire di avere una vocazione per questa nuova versione di una funzione antica quanto l'essere umano. (www.lifegate.it)

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