domenica 8 febbraio 2009

Ambrosio al Sir, l'Europa ha bisogno di un'anima

“In Europa culture differenti si confrontano e si sostengono reciprocamente; è pertanto necessario non stancarsi di promuovere il dialogo tra questi diversi orizzonti di pensiero. Il nostro continente ha tuttavia bisogno anche di un’anima, ossia di una dimensione spirituale e di quell’umanesimo che valorizza la persona nella sua interezza”. E’ quanto afferma al Sir il vescovo di Piacenza–Bobbio, mons. Gianni Ambrosio, da poco nominato dal Consiglio permanente Cei, delegato presso la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece). “Sull’Europa – spiega il vescovo - incombe il grave rischio di una visione univoca e piatta, che mortifica l’uomo ed è priva di orizzonti alti, e per questo la sua unità rischia di rivelarsi puramente burocratica. La Chiesa può offrirle l’anima di cui ha bisogno affinché l’uomo europeo possa esprimere il meglio di sé”. “In Europa stiamo conoscendo una sorta di ‘autunno morale e culturale’”, aggiunge Ambrosio riferendosi al crescente secolarismo e individualismo del Vecchio Continente, “e di fronte alle sfide della secolarizzazione credo sia importante riuscire a far comprendere che se andiamo avanti di questo passo sarà presto inverno! Stiamo perdendo di vista ciò che ha fatto grande la nostra cultura e civiltà; è pertanto necessario far riaffiorare i grandi valori e ricollocarli al centro della società europea”.
“Dobbiamo renderci conto che la laicità – o meglio il laicismo – assurta a pseudoreligione che esclude ogni riferimento a principi etici e morali è mortifera. Di qui l’urgenza dell’impegno culturale della Chiesa per far comprendere che se l’Europa si riduce ad insieme di popoli appiattiti sul secolarismo, non avrà più nulla da dire al mondo, che per certi aspetti sembra oltretutto andare in una diversa direzione”. Impegno che, per mons. Ambrosio, deve tradursi in “un’opera capillare di sensibilizzazione e informazione/formazione che consenta ai cittadini di comprendere che nell’Ue una élite agnostica pretende di dettare legge e fare pressione sugli orientamenti morali e culturali dell’opinione pubblica. Lobby pseudoculturali che pur non rispecchiando il sentire comune dei cittadini, di coloro cioè che costituiscono concretamente il tessuto europeo, sono abbastanza potenti dal punto di vista economico/mediatico per influenzarlo, quasi imponendo dall’alto la propria visione del mondo. Per questo – ed è un altro importante compito per la Chiesa - occorre potenziare l’impegno e il dialogo al fine di attrezzare culturalmente e criticamente i cittadini Ue”.

Dal Sir (Servizio informazione religiosa) del 6 febbraio 2009

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