giovedì 19 febbraio 2009

Il testamento di monsignor Zancani, avanti con fiducia

Piacenza - «Vai avanti con fiducia». Sono le ultime parole, spesso ripetute, con cui monsignor Gabriele Zancani si è rivolto al suo successore, don Giuseppe Basini, e quindi ai suoi parrocchiani, prima che le condizioni di salute si aggravassero e, lunedì sera, si rendesse necessario il ricovero in ospedale. Monsignor Zancani, già prevosto della basilica di Sant’Antonino, sacerdote amato e stimato da tutti, è mancato poco dopo le 8 e 30 di martedì mattina, all’ospedale Guglielmo da Saliceto, dopo essere stato vegliato per tutta la notte da don Giuseppe Basini, e dalla sorella suora, la scalabriniana Gabriella Zancani. Giovedì, oggi, alle 14 e 30 in funerali in Sant'Antonino.
Nato a Piacenza il 16 febbraio 1938, don Gabriele era stato ordinato sacerdote il 14 agosto 1966. Aveva iniziato il servizio pastorale, come curato, nella parrocchia cittadina di San Pietro per passare nel 1967, con la stessa qualifica, nella parrocchia di Sant’Antonino. Nel 1975 era stato nominato assistente diocesano
dell’Agesci; del 4 luglio 1980 è la nomina a canonico di Sant’Antonino; del 20 settembre 1985 quella di parroco della stessa parrocchia (subentrato a monsignor Carlo Poggi diventato vicario generale e, tre anni dopo, vescovo di Fidenza). Diventato Cappellano di Sua Santità, acquisisce dunque il titolo di monsignore; per motivi di salute rinuncia alla parrocchia il 20 ottobre dello scorso anno. Il vescovo Gianni Ambrosio nomina suo successore don Giuseppe Basini, che negli ultimi tempi lo aveva aiutato nella gestione della parrocchia.
Lasciata la basilica, monsignor Zancani si è ritirato nella casa di riposo San Giuseppe dove è stato assistito fino all’ultimo nella sua malattia. Il direttore Paolo Favari, che lo ha avuto come ospite gli ultimi sei mesi, ne parla come di un uomo di una sensibilità estrema, «che non ha mai abbondonato il suo essere prete, che ogni domenica indossava il clergyman e i paramenti sacri, desideroso di celebrare la messa». Spesso, dalla sua carrozzina, concelebrava in Sant’Antonino la domenica mattina. Ci sarebbe dovuto andare anche domenica scorsa, vigilia del suo compleanno, ma non se l’è sentita. «È rimasto qui, nella cappella della casa di riposo, assieme a monsignor Antonio Bozzuffi» ricorda Favari. La festa si è fatta lo stesso. Bambini, giovani, adulti della parrocchia hanno portato nella casa di riposo di via Morigi cartelloni con disegni, letterine di auguri. Don Gabriele ha gioito e si è commosso.
fri

Il testo integrale su Libertà del 18 febbraio 2009

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