lunedì 15 marzo 2010

Lanfranchi a Modena (3): il saluto della diocesi

Saluto a nome della chiesa di Dio che è in Modena-Nonantola tutti i presenti, così numerosi: le autorità civili e militari che hanno ora incontrato Mons. Lanfranchi nella Chiesa del voto, in particolare il Sottosegretario di Stato Sen. Carlo Giovanardi in rappresentanza del governo italiano; S.E. il Prefetto di Modena e S.E. il prefetto di Forlì-Cesena, il sindaco di Modena e i sindaci dei comuni della Diocesi; il parlamentare On. Giulio Santagata, il presidente della provincia di Modena e il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena, assessore e consiglieri della Regione Emilia-Romagna, Rettore dell'Università di Mo-Re, Presidente del consiglio comunale, Comandante dell'Accademia militare di Mo, Presidente del tribunale di Mo, Il questore di Mo, il Comandante provinciale dei carabinieri, Comandante provinciale Guardie di Finanza, Comandante vigili del fuoco.
Saluto gli eccellentissimi vescovi che hanno voluto con la loro presenza rendere più bella questa nostra celebrazione: Prima di tutto Mons. Benito Cocchi, che ha accettato di essere ancora con noi oggi. E che proprio oggi ricorda il 51° anniversario della sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 14 marzo del 1958.
Saluto il Nunzio Apostolico in Italia Mons. Giuseppe Bertello, Mons. Piero Marini, presidente comitati per i congressi eucaristici internazionali; Mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, e Vice presidente della CEI, Mons. D'Onorio arcivescovo di Gaeta, Mons. Pizzi, vescovo di Forlì, i vescovi dell'Emilia: di Piacenza (Mons. Ambrosio), Parma (mons. Solmi), Reggio (Mons. Caprioli e l'ausiliare mons. Ghizzoni), Fidenza (mons. Mazza), Carpi (Mons. Tinti); i vescovi emeriti mons. Bernardini e Mons. Govi., Mons. Garavaglia vescovo emerito di Cesena-Sarsina.

Saluto i preti, i diaconi, i ministri istituiti della nostra diocesi, i religiosi e le religiose, i membri del Consiglio Pastorale diocesano, rappresentanti delle associazioni, i giovani, i fedeli qui convenuti da tutta la diocesi, i malati dell'Unitalsi.

Saluto i famigliari di Mons. Lanfranchi, con particolare affetto la sua mamma a cui auguriamo che possa continuare ad essere vicina al suo figlio vescovo per tantissimi anni, tutti i parenti, i compaesani di Grondone (suo paese natale) tra cui la sua maestra che ha voluto essere presente in questo momento così importante del suo antico allievo, la numerosa rappresentanza della diocesi di origine Piacenza, e i molti fedeli della diocesi di Cesena che saluto con particolarissimo calore e che la Diocesi ringrazia di cuore (è la seconda volta che Cesena regala a Modena il proprio vescovo: Mons. Amici nel 1957 e oggi Mons. Lanfranchi).

Ma soprattutto siamo qui per salutare ed accogliere con vera gioia il nostro nuovo Pastore Mons. Antonio Lanfranchi, centesimo della lunga catena dei vescovi a cui è stata affidata la cura pastorale della diocesi.
L'accoglienza del nuovo Arcivescovo e l'inizio del suo ministero pastorale fra di noi rappresentano un momento di grande importanza per la vita della nostra diocesi. Sappiamo tutti quale significato ha la persona e l'azione del vescovo in una chiesa locale. Nella pienezza dell'ordine sacro, egli è nella sua chiesa una presenza particolarissima del Signore, vicario di Cristo; successore degli apostoli, è il segno visibile della presenza della Chiesa una santa e cattolica nella chiesa di Dio che è in Modena, segno di comunione tra la chiesa universale e la nostra chiesa; dentro la nostra chiesa, è segno e garante dell'unità, ne è la guida, ne presiede tutta la vita e l'attività, punto di riferimento per tutte le comunità parrocchiali e non sparse su tutto il territorio diocesano, da Finale Emilia a Fiumalbo.

Il cambio del Pastore dice insieme un cammino che continua e un cammino che si rinnova. Siamo consapevoli di avere compiuto un cammino importante negli anni dell'episcopato di Mons. Cocchi, ma insieme percepiamo che il Signore in questo momento ci dona possibilità nuove.
Abbiamo compiuto un cammino in questi anni. In questi anni è cresciuta nelle nostre comunità la attenzione alla Parola di Dio; si è fatto più vivo il senso della centralità dell'Eucaristia da cui parte e a cui ritorna tutta la vita della comunità; più attenti alle necessità dei fratelli, ed accoglienti sulla strada di ogni uomo che soffre; più aperti e più proiettati verso il mondo, nella convinzione della necessità oggi di passare da una pastorale di conservazione ad una pastorale di missionarietà; più profondamente radicati nel territorio, in mezzo alle case degli uomini, all'interno del vissuto umano, solidale con la vita della gente.
Un cammino è stato compiuto e siamo grati a Mons. Cocchi che di tale cammino è stato guida paterna e illuminata, che ancora ringraziamo per tutto il bene che ci ha donato negli anni del suo episcopato.

Ma siamo insieme consapevoli della presenza di problemi non piccoli che ci attendono per i quali siamo certi di trovare nel nuovo Vescovo indicazioni e aiuto.
• La diminuzione del clero che nei prossimi anni si farà ancora più sensibile data l'età avanzata di una parte notevole dei sacerdoti operanti ora nella nostra diocesi. Questo comporterà la necessità di sviluppare maggiormente la corresponsabilità dei laici, anche attraverso i nuovi ministeri laicali e di incrementare con decisione le unità Pastorali; di dare uno sviluppo maggiore alla scuola di teologia per i laici, oggi 'Istituto superiore di scienze religiose', una realtà che deve farsi sempre più incisiva nella vita della nostra diocesi.
• Sentiamo il bisogno di crescere nella comunione e nella fraternità, di camminare insieme, di trovare nel nuovo Vescovo un preciso punto di riferimento: segno e strumento di unità, ci aiuti a sentirci un'unica famiglia e renda più forte l'impegno di tutti per cercare di essere, come ci vuole il Signore, una cosa sola.
• Sentiamo tutto lo spessore dei problemi che la società di oggi porta con sé e la Chiesa deve affrontare: il problema dei giovani, delle famiglie, delle povertà vecchie e nuove, di una società sempre più complessa dalle grandi sfide epocali. Sentiamo la tentazione di tirare i remi in barca di fronte a problemi così grandi che ci attendono, sentiamo il rischio della rassegnazione. Abbiamo bisogno in questo momento di crescere nella speranza, abbiamo bisogno di un Vescovo che infonda fiducia e sia per noi una guida sicura per cammini coraggiosi.
Siamo sicuri che tutto questo sarà per noi Mons. Lanfranchi, un dono del Signore alla Chiesa di Dio che è in Modena. E' con questa certezza che l'accogliamo con gioia e con piena disponibilità.

Viene a noi dopo una già lunga esperienza. Ordinato sacerdote 38 anni fa, viene da studi di teologia biblica, scienza dell’educazione e catechetica presso le Pontificie università romane, gregoriana e salesiana; viene da una lunga esperienza pastorale: nella sua diocesi di Piacenza, da impegni a livello regionale e a livello nazionale a Roma, vicario generale a Piacenza, quindi a Cesena come Vescovo.
Da questo momento Lei appartiene pienamente alla nostra Chiesa modenese: la croce pettorale che ora le doniamo è la croce di S.Geminiano: fa di lei un modenese a pieno diritto, uno di noi per tutti noi. Ovunque è stato le hanno voluto bene. Anche noi modenesi le vorremo bene, come Lei già vuole a noi. Siamo certi che sarà per i preti padre buono, attento alle diverse e non facili situazioni; sarà per i piccoli, i poveri, i malati, i disoccupati, gli immigrati, i carcerati un fratello che condivide, sostiene e difende. Siamo certi che aiuterà tutti noi a non chiudere il nostro cuore su noi stessi, ma ad aprirlo alle dimensioni del cuore del Signore.

Celebra ora la sua prima Eucaristia nella Chiesa di Modena, in questa nostra cattedrale, cuore della nostra diocesi. E' con questa solenne celebrazione eucaristica che esprime la comunione di tutta la Diocesi attorno al suo Vescovo, che inizia e da qui parte il suo ministero episcopale per noi e con noi. Inizia un cammino nuovo da percorrere, tutti insieme, nel nome del Signore.
E' questo davvero un prezioso momento, un momento di grazia. Il Signore ci conceda che non si perda nulla di ciò che contiene e dona alla Chiesa di Dio che è in Modena.

Monsignor Losavio


Modena, 14 marzo 2010

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