domenica 20 marzo 2011

Don Illica: preti tra la gente, non dietro alla scrivania

E' stato molto chiaro il nuovo vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Giuseppe Illica. Di preti ce ne sono pochi e quei pochi non stiano dietro ad una scrivania ma tra la gente ad annunciare e a testimoniare il Vangelo. Di seguito l'articolo dell'ingresso di monsignor Illica in Curia.

Meno sacerdoti amministratori ma più impegnati tra la gente come evangelizzatori, naturalmente con un maggiore coinvolgimento dei laici. Se avesse Photoshop, il programma più famoso di elaborazione immagini, don Giuseppe Illica modificherebbe così la fotografia della Chiesa piacentina.
Lo dice a riflettori spenti nel giorno del suo insediamento in Curia come vicario generale. Ieri mattina la cerimonia pubblica alla presenza del personale degli uffici del Vescovado - d'ora in poi saranno alle sue dipendenze dirette - e del clero di Curia, nonchè dei vicari episcopali e, naturalmente, del vescovo Gianni Ambrosio.
Il presule rivela sorridente che con don Giuseppe c'è stata «una lunga trattativa» prima dell'accettazione del suo nuovo ruolo; del quale poi tratteggia gli aspetti fondamentali. «Il numero 475 del codice di diritto Canonico dice che il vicario generale ha il compito di aiutare il vescovo nel governo della diocesi. Punto - evidenzia Ambrosio -. Il resto lo lascia alla sensibilità nostra e al soffio dello Spirito Santo». «Noi siamo tutti di aiuto all'opera buona di Dio - prosegue - e dobbiamo aiutarci perchè questo sia davvero un cammino comune. A tutti è chiesto di evangelizzare, dunque di dare la buona notizia: al vescovo, ai sacerdoti e ai laici».
«Un altro compito - continua - è quello di santificare». Il che vuol dire «dare una mano allo Spirito Santo attraverso i sacramenti, la liturgia, la celebrazione della Parola del Signore». Infine «le linee di indirizzo per una direzione di marcia comune con un'unità attorno al vescovo e uno spirito comunitario con i vicari episcopali, la mano lunga del vescovo nei diversi ambiti». Una penna a sfera di pregio come dono del presule e della Curia poi la cerimonia termina. Senza rinfresco. Siamo in Quaresima.
A riflettori spenti, nel pomeriggio, don Illica riflette sul ruolo della Chiesa nella società di oggi. Aveva parlato pubblicamente dell'attenzione ai poveri: «Mi viene da dire che non è mai sufficiente perchè i poveri continuano ad esserci, però noi non è che dobbiamo risolvere i problemi, dobbiamo dare dei segni di un amore verso i poveri. Io penso che questa attenzione nella chiesa di oggi ci sia». Ancora: «Sono d'accordissimo con chi parla di una Chiesa con una maggiore responsabilità dei laici. Penso che siano pronti. Ci vuole solo un po' di coraggio, per il resto la preparazione c'è». Parliamo di tempi difficili per la Chiesa di oggi. Ci ferma: «I tempi sono sempre stati difficili, io ho sempre sentito i preti lamentarsi, così come la gente. Non c'è mai un tempo facile o un tempo difficile, c'è il tempo che ci è dato di vivere, noi abbiamo questo e dobbiamo affrontarlo».
L'esperienza della missione in Brasile offre una prospettiva nuova. «Investire sui laici è la testimonianza e l'insegnamento più forte che ci può dare la chiesa brasiliana - è convinto don Illica -, la missione popolare deve poi aiutarci ad aprire delle strade». «Noi preti siamo ormai pochi - ammette - e secondo me dovremmo concentrare il nostro lavoro sull'evengelizzazione, lasciando perdere tante cose, tipo gli aspetti amministrativi che ci stanno occupando troppo tempo, rispetto al numero che siamo. Penso che sarebbe un bel risultato se riuscissimo a dedicarci completamente, direi quasi esclusivamente, alla formazione cristiana dei laici e all'evangelizzazione». Nessun programma: «Che vicario sarò? Personalmente mi propongo di non stare troppo dietro ad una scrivania. Andrò a trovare i parroci. Per il resto non chiedetemi che cosa farò perchè devo imparare giorno dopo giorno. Come ho trovato la Curia? In Curia tutti fanno il loro dovere e lo sanno fare bene. Chi deve imparare, lo ripeto, sono io».
Federico Frighi


15/03/2011 Libertà

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