martedì 26 aprile 2011

La Pasqua, notizia più grande della storia umana

Omelia nella Messa di Pasqua

Cattedrale di Piacenza (ore 11)

Carissimi fratelli e carissime sorelle

1. Risuona il grande annuncio della Pasqua: “Cristo Signore è risorto!”. Accogliamo questo annuncio nella sua sorprendente novità: è il cuore della fede cristiana, è la proclamazione centrale del mistero cristiano. Lo accogliamo con la mente disponibile e con il cuore aperto: è la notizia più grande della storia umana. Con la risurrezione di Cristo è entrata nella storia dell'umanità una novità insuperabile. È un nuovo inizio per la nostra storia umana: colui che ha donato la sua vita per noi, è risorto e chiama tutti noi a risorgere a vita nuova nella speranza e nell’amore. Ci lasciamo condurre nel mistero della Pasqua dalla testimonianza dell’apostolo Pietro e dall’esperienza di Maria di Magdala e del discepolo amato.

2. Nella prima lettura ci viene presentato l’annuncio della Pasqua che l’apostolo Pietro rivolge al primo pagano convertito, il centurione romano Cornelio. È il primo discorso pubblico fatto a coloro che non sono giudei. Pietro ripercorre l’intera vicenda terrena di Gesù di Nazaret, affermando che “Dio era con lui”. Gesù è consacrato da Dio in Spirito Santo e svolge la sua missione di liberazione dal male e di guarigione. Però i giudei “lo uccisero appendendolo a una croce”. Ma l’uccisione di Gesù non è la fine della sua vita e della sua missione. Qui ha inizio l’inaudita novità della storia umana: “Ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno”.

Pietro continua il racconto: Dio “volle che si manifestasse (…) a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti”. Insieme agli altri apostoli, Pietro è dunque testimone di quanto accaduto e riceve da Gesù stesso la missione “di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio”.

La testimonianza di Pietro è rivolta a tutti gli uomini. Siamo tutti coinvolti nel fatto che Gesù è stato risuscitato da Dio: colui che è stato uomo come noi, è morto appeso alla croce ed è stato sepolto, è risorto dai morti, primizia di noi tutti (cf 1Cor 15,20; Col 1,18), chiamati in lui alla vita eterna. “Dio era con lui”, dice Pietro, e Dio non ha abbandonato il suo Figlio che è passato “beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo”. Colui che si è consegnato ed è venuto a portare agli uomini la luce e la salvezza, non è rimasto prigioniero dell’oscurità del sepolcro e della morte: il Padre non l’ha abbandonato al potere della morte ma lo ha risuscitato. Questo evento di grazia apre a noi la strada della vita, da percorrere qui sulla terra e poi nell’aldilà della morte, verso la vita eterna dischiusa a tutti gli uomini.

3. Anche l’esperienza di Maria di Magdala e del discepolo amato è illuminante. Maria di Magdala non lo sa ancora, ma nel suo recarsi al sepolcro prende avvio “il nuovo inizio”. L’evangelista Giovanni annota che si trattava del “primo giorno della settimana”, richiamando il primo giorno della creazione: la risurrezione di Gesù è la nuova creazione, è l’inizio del giorno senza tramonto. Maria si reca al sepolcro “di mattino, quando era ancora buio”: Anche nel suo cuore c’è ancora buio e tristezza. Ma ciò non le impedisce di recarsi al sepolcro. Quando arriva, “vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro”. Allora, meravigliata e forse spaventata, Maria corre da Pietro per annunciare che la tomba vuota: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro”.

Anche Pietro e Giovanni, il discepolo amato, corrono al sepolcro ed entrano nella tomba vuota. Ma sarà il discepolo amato a vedere e a credere: “vide e credette”. Non si limita a vedere i segni ma, a partire da una tomba vuota e dalla Parola di Dio contenuta nelle Scritture, comincia ad aprirsi alla luce della fede e a fare spazio nel suo cuore alla realtà ancora misteriosa della risurrezione.

4. Carissimi fedeli, con l’annuncio pasquale accogliamo l’invito dell’apostolo Paolo: “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”. La fede in Cristo risorto trasforma la nostra vita: siamo anche noi risorti con lui, strettamente uniti a lui nel battesimo. Il nostro sguardo non può più limitarsi alle cose di tutti i giorni, ma si apre sull’orizzonte di Dio. La luce della Pasqua illumina il nostro cammino, infonde speranza nei nostri cuori: in Cristo la vita ha vinto la morte. La forza rinnovatrice della Pasqua orienti la vita della nostra città e della società intera verso ciò che è grande e bello, degno dell’uomo chiamato alla pienezza della vita in Cristo risorto. Tutti abbiamo bisogno di accogliere l’annuncio pasquale e di viverlo nelle parole di vita, nella fiducia, nell’amicizia, nella vita donata, nell’impegno di pace. Preghiamo perché la fede pasquale cambi il cuore e la mente di tutti e faccia rifiorire la vita, la speranza e l’amore. Amen.

+Gianni Ambrosio

Vescovo di Piacenza-Bobbio

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