lunedì 17 ottobre 2011

Africa Mission/3 Un giardino per don Vittorione

Un giardino dedicato a don Vittorione era il minimo che Piacenza potesse fare. Ora tocca ad Africa Mission adoperarsi affinchè tale giardino diventi un piccolo Eden fiorito e non rimanga un'area semi desertica com'è oggi.

Un giardino dedicato a don Vittorio Pastori e la promessa che non sarà solo una semplice targa, ma un modo per far rifiorire Montale e, perchè no, tutta la città. Lo dice don Maurizio Noberini, presidente di Africa Mission, prima dell'inaugurazione. Il Comune di Piacenza ha voluto dedicare una delle sue aree verdi più estese, quella tra via Modena e via Ferrara, al grande uomo bianco che dal 1972 (anche prima) al 1994 (anno della morte) dedicò la sua vita ai poveri dell'Africa: don Vittorio Pastori, per la sua mole "don Vittorione". Così erano in tanti ieri mattina in un angolo del giardino pubblico. Anche diversi cittadini che abitano nella zona. Un quartiere al centro di una rivoluzione viaria (la chiusura della via Emilia) accolta da giudizi "alterni" da parte di commercianti e abitanti. Non farà certo riaprire i negozi, però don Vittorione riuscirà a portare un messaggio positivo in questa zona della città.
«Cercheremo di fare la nostra parte affinchè questo sia un giardino fiorito - promette don Noberini -. Don Vittorio ha portato l'acqua nei luoghi assetati dell'Africa; sarebbe triste se qui ci fosse un giardino secco come lo vediamo ora. Vogliamo che sia un segno bello per la città, in modo che coloro che passano possano goderne. I bambini prima di tutto». «Noi non ci siamo dimenticati del nostro fondatore, non abbiamo preso un'altra strada - continua don Noberini -. Ogni giorno ci rendiamo conto che non finiamo di scoprire il messaggio e le indicazioni preziose che sono dentro la sua storia». Ci sono, tra gli altri, il questore Calogero Germanà, gli assessori Paolo Dosi e Luigi Gazzola, il parroco di San Lazzaro don Pietro Bulla, il direttore della Cattolica Mauro Balordi, la presidente dell'Opera Pia Alberoni Anna Braghieri. «Dedicare alla figura di don Vittorione e alla sua opera uno spazio pubblico, frequentato ogni giorno da bambini, anziani e famiglie - dice il sindaco Roberto Reggi - significa ribadire l'affetto e la riconoscenza della comunità piacentina ad uno straordinario esempio di umanità condivisa e di sincera dedizione al prossimo».
«Gli oltre 900 pozzi realizzati dall'associazione - evidenzia - sono il segno più evidente della lungimiranza di don Vittorio Pastori. Simbolo di vita, perché l'acqua è vita, ma anche metafora di una sete spirituale che don Vittorione con il suo coraggio e la sua fede ha saputo soddisfare. Con il suo operato egli ha costruito un ponte di solidarietà che lega Piacenza al Sud del mondo, ma ha anche realizzato una squadra capace di continuare la sua opera e a cui tutti noi siamo grati». «Questo è un parco grande e don Vittorio era un uomo di dimensioni e di cuore grandi - lo segue a ruota Carlo Antonello, presidente di Cooperazione & Sviluppo, braccio operativo di Africa Mission -. Poi questo è un parco per i bambini e don Vittiorio ha pensato all'Africa partendo dai bambini». La figura di don Vittorione è più che mai attuale in epoca di crisi. «Don Vittorio ha sempre definito questa società una società sbagliata perchè non guardava all'essenzialità - evidenzia Antonello -. Attraverso le cose essenziali, invece, cibo e acqua, don Vittorio parlava di Dio, un richiamo alla carità in una vita fatta di quantità. Oggi molte associazioni fanno della missionarietà e degli interventi di emergenza una sorta di professione. Don Vittorio no, ne ha fatto una predicazione del cuore». Infine la benedizione del vescovo Gianni Ambrosio. «Oggi si festeggia Santa Teresa d'Avila - ha evidenziato il capo della diocesi di Piacenza-Bobbio -. La figura di questa santa, che ci richiama soprattutto alla preghiera, e quella di don Vittorione sembrano distanti, ma alla fine credo che si congiungano, perché l'orazione ci conduce al cuore di Dio e credo che don Vittorio abbia intuito proprio qualcosa di quel cuore grande di Dio attraverso la sua scelta di carità».
Federico Frighi



16/10/2011 Libertà



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