sabato 23 marzo 2013

Ambrosio: il Conclave alla luce della fede

L'unità della Chiesa (in tutte le sue componenti) con il Papa, la preghiera allo Spirito Santo come forza per essere vicini ai cardinali nel momento della scelta del successore di Pietro, il grazie a Benedetto XVI. Sono i punti cardine dell'omelia del vescovo Gianni Ambrosio nella messa piacentina "Pro eligendo pontefice". Una celebrazione voluta per invitare i fedeli della diocesi di Piacenza-Bobbio alla preghiera «in un momento del tutto particolare» per la Chiesa cattolica, come ha evidenziato Ambrosio. «L'elezione del nuovo Papa ci richiama al fatto decisivo della Chiesa, che si edifica sul fondamento della fede apostolica - ha osservato -. In unione con il Papa e con i vescovi, siamo confermati nell'amicizia con il Signore Gesù, nel suo amore, e siamo sospinti a vivere la grazia di questa amicizia facendo ciò che egli ci comanda». Nella piccola chiesa di San Raimondo, in corso Vittorio Emanuele, ieri sera sono stati in tanti ad accogliere l'invito del vescovo. Assieme ad Ambrosio diversi sacerdoti e parroci del centro storico, i seminaristi del Collegio Alberoni che hanno prestato il servizio liturgico. Dietro la grata le monache benedettine del monastero di clausura (le padrone di casa); nell'assemblea i rappresentanti dei vari movimenti ecclesiali, dall'Azione Cattolica a Comunione e Liberazione, dai Focolarini alle Comunità neocatecumenali.


«Radunati in questa chiesa di San Raimondo, preghiamo per il futuro Papa in comunione con tutta la Chiesa cattolica» invita il vescovo. «Insieme al Papa, nella comunione ecclesiale, possiamo diventare adulti e maturi nella fede, "vivendo secondo la verità nella carità", superando lo spaesamento e vincendo la paura e la solitudine».

«Siamo qui in preghiera per invocare la luce dello Spirito Santo sui cardinali - continua Ambrosio - perché scelgano il pastore che, nello spirito del Pastore supremo, guidi il gregge del Signore. Invochiamo poi lo Spirito Santo su tutti noi, su tutta la santa Chiesa, popolo di Dio che cammina nella storia per donare agli uomini la grazia e la gioia di incontrare Gesù, che è la "luce degli genti", "lumen gentium"».

Il vescovo richiama le parole pronunciate da Benedetto XVI nella sua ultima udienza in piazza san Pietro prima di lasciare il ministero petrino: «Possono esserci di aiuto per vivere questo momento con la sapienza della fede e non con lo sguardo semplicemente umano che si ferma alla cronaca esteriore». "La Chiesa è viva. Ho sempre saputo che la barca del Signore non è mia, non è nostra, ma sua - diceva papa Ratzinger -. E il Signore non la lascia affondare. È lui che la conduce. Questa è stata ed è una certezza che nulla può offuscare. Oggi ringrazio Dio perché non ha mai fatto mancare la sua luce, la sua consolazione, il suo amore".

«Noi tutti ci uniamo al suo ringraziamento a Dio - ha concluso Ambrosio - così come ringraziamo lui, Benedetto XVI, esprimendogli il nostro affetto, la nostra riconoscenza, la nostra ammirazione. Il dono del suo magistero con le encicliche, i sinodi, le esortazioni apostoliche, le catechesi settimanali, i numerosi messaggi, è la linea sicura per il cammino delle comunità cristiane e dell'umanità intera. Ci uniamo alla sua preghiera, che è il servizio che egli svolge per la Chiesa "nell'ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra"».

Federico Frighi

12/03/2013 Libertà



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