sabato 16 febbraio 2008

Il saluto del vescovo Ambrosio al sindaco Reggi

Signor Sindaco,

giunto in questa suggestiva piazza, ho il cuore pieno di meraviglia e di gioia. Di meraviglia innanzi tutto, per la bellezza di questa Cattedrale, davvero maestosa, costruita dal popolo di Piacenza, in particolare dalle Corporazioni di Arti e Mestieri. Di gioia poi – e di gioia davvero grande - perché nel disegno della Provvidenza questo popolo operoso, che ha voluto contribuire all’edificazione della propria Cattedrale, è il popolo che il Signore mi ha affidato.
Sono lieto e onorato, Signor Sindaco, di venire a far parte di questa comunità. Vengo come un pellegrino che trova qui la terra ospitale, la sua casa, la sua famiglia. Vengo come un cittadino che desidera inserirsi in questa civitas ricca di storia e protesa al futuro, come Lei ha molto bene evidenziato.
Come membro di questa comunità civica, mi sento impegnato a lavorare con tutti per il bene della città, dei suoi cittadini, di tutti gli abitanti di questa terra.
Come Pastore di questa Chiesa, assicuro la collaborazione mia personale e di tutta la comunità ecclesiale. Nel dialogo sereno e rispettoso si cercano insieme le strade per realizzare quel bene comune che favorisce la crescita civile, etica e culturale della nostra popolazione, con particolare attenzione ai nostri giovani e alla questione educativa e con particolare solidarietà nei confronti delle persone più deboli.
Mi sia concesso ricordare qui, in questo primo incontro cui seguiranno tanti altri, la sapienza antica espressa nel salmo 127 e attribuita a Davide, il re-pastore di Israele: “Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode” (Sal 127,1). Sapienza antica e profonda, dicevo, e, mi permetto di aggiungere, sapienza quanto mai attuale.
Il saluto e l’augurio che Lei, signor Sindaco, mi ha cortesemente rivolto a nome di tutta la città, sono di grande conforto e di stimolo per il mio ministero, e gliene sono sinceramente grato.
Saluto e ringrazio tutti i sindaci dei comuni della nostra vasta diocesi.
E ringrazio di cuore il Sindaco di Santhià, mia città natale, come quello di Carisio ove risiede la mia famiglia.
Saluto e ringrazio il Signor Prefetto, il presidente della Provincia di Piacenza e il presidente della Provincia di Parma, tutte le autorità civili e militari che con la loro presenza onorano questo mio primo contatto con la gente piacentina.
Rendendo omaggio al nuovo Pastore, voi onorate, al di là della mia persona, la Chiesa di Piacenza-Bobbio che tanta parte ha avuto nella storia del popolo piacentino-bobbiese. E questa comunità ecclesiale continuerà il suo impegno per essere forza vitale della società, come ‘sale della terra’ e ‘anima del mondo’ (cf. Lettera a Diogneto).
Incamminiamoci ora verso la Cattedrale ove, dinanzi all’altare, ci rivolgeremo al Padre perché venga incontro alle nostre giuste aspirazioni.

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