domenica 31 luglio 2011

Le reliquie da nord a sud

Un esempio di devozione popolare che unisce Nord e Sud Italia. Sono le reliquie di Sant'Eufemia che andranno in Aspromonte.

Le reliquie di Sant'Eufemia lasciano per la prima volta Piacenza. Lo faranno il prossimo agosto alla volta della Calabria, nella cittadina di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria). Tre giorni in cui saranno venerate dai fedeli della parrocchia locale, in diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, retta fino allo scorso 2 luglio dal vescovo Luciano Bux. Ad accompagnare le preziose reliquie sarà una delegazione della basilica piacentina guidata dal prevosto monsignor Pietro Casella. «Sono tanti i fedeli di quelle zone che vivono al Nord, attorno a Milano - spiega il monsignore -. Mi avevano chiesto da tempo di poter venerare le reliquie della santa patrona del loro paese d'origine. Ho sottoposto la cosa al vescovo Gianni Ambrosio che ha accolto favorevolmente il trasferimento temporaneo. Così ci siano messi in moto». Monsignor Casella porterà il prezioso reliquiario a Sant'Eufemia d'Aspromonte il 10, l'11 e il 12 agosto. Mercoledì 10 si avrà l'accoglienza delle reliquie con la solenne processione verso la chiesa della cittadina e la celebrazione eucaristica guidata dal parroco don Elia Longo; giovedì 11 l'incontro-dibattito sul tema "Il messaggio di Eufemia di Calcedonia"; venerdì 12 la messa solenne durante la quale saranno poste sulla statua di Sant'Eufemia la corona e il reliquiario realizzato dal maestro Gerardo Secco. Le reliquie piacentine di Sant'Eufemia sono state riconsacrate dal vescovo beato Giovanni Battista Scalabrini. Lo racconta lo stesso monsignor Casella: «Scalabrini era molto attento alle reliquie e, durante il suo episcopato, volle fare una ricognizione completa del contenuto della teca di piombo che si trovava sotto l'altare della basilica. Le fece studiare da un medico archiatra anticlericale e le tenne per un anno. Vi trovò alcune ossa di una giovane donna (Sant'Eufemia) insieme ad alcuni frammenti di ossa di San Sostene e San Vittore, i persecutori di sant'eufemia poi convertitisi». Scalabrini, a quel punto, fece realizzare una nuova teca a cui appose i propri sigilli prima di ricollocare le reliquie sotto l'altare maggiore». Non si allontanarono più da Piacenza fino ad oggi.
Federico Frighi


30/07/2011 Libertà

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