domenica 28 ottobre 2007

Tonini, salviamo la montagna

Due giorni di festa per Ersilio Tonini a Farini

Il cardinale: "Non isoliamo la montagna"

da Libertà, 20 giugno 2002


Eminenza, lo sa che se qualcuno si rompe una gamba a Farini lo si deve
portare in ambulanza sino a Piacenza dove c'è il posto di pronto soccorso
più vicino? «O perbacco! Neanche a Pontedellolio?» No, si deve fare un'ora
di strada sino a raggiungere la città. Il cardinale ci pensa un attimo
e ripete: «Quello che potrò fare per Farini lo farò certamente». Poi ricorda
un episodio in cui si trovava dall'altra parte: «La prima volta che venne
Alcide De Gasperi a Piacenza ebbi modo di accostarlo e gli consegnai un
articolo firmato da me ed intitolato “Ferriere, Comune mulattiera”». Anche
allora ci si lamentava dell'isolamento della montagna. «De Gasperi mi incitò
a continuare a denunciare la situazione. “Parlano dell'Italia come il giadino
d'Europa - disse - in realtà siamo la montagna d'Europa. Bisogna che se
ne parli perché è necessario che i parlamentari ne siano persuasi”». Fu
proprio da un incidente occorso ad una domestica di Ferriere, mentre accompagnava
il padrone in Liguria, che Tonini lanciò la campagna, assieme alle Acli,
per la mutua alle domestiche. Ebbene, se oggi le domestiche hanno la mutua,
lo si deve all'Alta Valnure. Per monsignor Tonini l'Alta Valnure non è
una scoperta. Piuttosto un ritorno. «Ho frequentato queste zone, Gambaro
in particolare, quando ero a Piacenza insegnante in seminario e direttore
de Il Nuovo Giornale. Ancora prima, studente a Roma, andavo a Cogno San
Bassano per un po' di vacanza presso il parroco. In quegli anni - era il
1948 - ci si trovava spesso con i sacerdoti della zona per incontri comunitari,
per passare un po' di tempo assieme». Nei ricordi del cardinale c'è una
gita alla sorgente del Nure assieme ai compagni di tonaca in cui Tonini
tenne scherzosamente una sorta di orazione solenne dedicata alle meraviglie
della natura ed alla nascita del torrente. In Alta Valnure ci si andava
anche per rilassarsi dalle quotidiane fatiche della cura d'anime. «In quei
tempi ci si preparava alle elezioni del '48 e c'era un grande fermento
che impegnava anche noi al settimanale diocesano». Erano i tempi degli
scambi vivaci tra comunisti e cattolici che vedevano l'allora don Tonini
paladino, ovviamente, dei secondi. «Lo stile, il linguaggio che si usava
tra me ed i comunisti era molto schietto ma molto sereno» ci tiene comunque
a precisare il porporato. Altra meta praticata era Brugneto «anche se lì
ero giovanissimo (andavo al ginnasio)». Ancora: «Era un posto ideale per
distrarsi, andavo nel Nure a pescare le trote, una mia grande passione».
L'Alta Valnure insomma è sempre stata per Ersilio Tonini, in quegli anni,
quello che oggi è la Valle d'Aosta per Carol Wojtyla: un piccolo angolo
di paradiso in terra. Il cardinale arriva a Farini ad un anno di distanza
dopo che per un malore dovette rinunciare all'invito di dodici mesi fa.
«Adesso, grazie a Dio, sto bene e ritorno in questi posti molto volentieri»
dice Tonini. Inaugurerà una via dedicata a don Anacleto Mazzoni. «Lo conoscevo
bene: quando entrai in seminario lui era agli ultimi anni. Ricordo i discorsetti
che faceva durante le feste, le poesie che componeva. Era stato parroco
a Rivergaro dove aveva fatto un gran bene. Era un prete dal cuore largo,
senza grandi fronzoli, concreto, intelligente ma vicino alle persone che
conosceva ad una ad una, sempre di buon umore, con quel senso dello humor
moderato che hanno tradizionalmente i piacentini».

Federico Frighi

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