giovedì 20 settembre 2007

Il grazie

«Porterò Piacenza sul mio volto»
Emozioni e ringraziamenti.Poi il brindisi a spumante e panettone


da Libertà, 4 dicembre 2003

Piacenza, la sua Grondone, le
montagne della Valle d’Aosta dove
ha fatto da guida a centinaia di
giovani (partendo dalla baita di
Resy nei campi estivi dell’Azione
Cattolica) gli rimarranno scolpite
nel cuore anche in riva al mare.
«Sotto la mia nuova diocesi c’è
Cesenatico - dice monsignor Antonio
Lanfranchi al termine del
suo saluto di ieri nella sala degli
affreschi - venitemi a trovare».
Poco prima il vescovo Luciano
Monari aveva letto la lettera di
nomina. «E’ un momento di trepidazione
e di turbamento interiore,
ma anche di profonda gratitudine
al Santo Padre, a questa
chiesa Chiesa ed in particolar
modo al vescovo Luciano» confessa
pubblicamente l’ormai ex
vicario generale. Non sarà tutto
facile: «Accanto a questi sentimenti
sento forte la fatica del distacco.
Si dice che i figli italiani
oggi stanno volentieri ed a lungo
nella casa della famiglia. Io mi
sento molto moderno ed in questa
casa di Piacenza ci sto bene».
«Il distacco, sono certo, sarà compensato
in parte - continua Lanfranchi
- anche dalla gioia di ricevermi
della nuova famiglia che
mi hanno donato, della mia nuova
parentela spirituale. Rifacendomi
alla mia storia ho visto che
è vero l’insegnamento del Signore:
chi lascia tutto per il Signore
riceve il centuplo, in termini di
relazioni». Si spiega meglio:
«Tutte le volte che sono stato
chiamato ad un distacco, ad un
cambiamento, assieme alla fatica
ho ricevuto la gioia di ricevere
nuovi fratelli e nuove sorelle nella
fede, e questa per me è una
grande ricchezza.Vado a Cesena-
Sarsina con il desiderio di valorizzare
le relazioni e le presenze
che ci sono in questa chiesa che
non conosco, vado con un atteggiamento
di novità e con spirito
di libertà, sentendo rivolte a me
le parole di Paolo a Corinto: “Non
avere paura ... io sono con te ...
perché io ho un popolo numeroso
in questa città”». Monsignor Lanfranchi
ha sottolineato due punti
in comune tra Piacenza-Bobbio e
la sua nuova diocesi: «In passato
un altro piacentino, monsignor
Teodoro Pallaroni, fu presule a
Cesena. Poi la Madonna del popolo,
patrona di Cesena che viene
venerata anche a Piacenza. Alla
Madonna del Popolo vorrei affidare
questo cammino che si apre
». «Spero di portare sul mio
volto - l’augurio finale - nelle scelte
che insieme a quella chiesa
farò, i tratti del volto della chiesa
di Piacenza; spero di poterli portare
scolpiti sul mio volto, sulle
mie scelte, insieme a qualche fatica,
a qualche ruga». I ringraziamenti:
«A sua eccellenza. Con lui
mi sono trovato bene. Ho trovato
una radicalità evangelica ed una
grande sensibiltà verso il mondo
della carità: monsignor Monari
riesce a vedere anche dove gli altri
non vedono». Ancora: «Porto
nel cuore con gratidudine tutti i
miei insegnanti, in particolare
don Luigi Fornari, mio docente
di lettere che mi ha insegnato la
sintesi e monsignor Antonio Bozuffi
che mi ha insegnato matematica
e mi ha fatto fare il grande
salto: dall’essere un buon seminarista
al vivere con gioia la
fede». Poi il brindisi con i colleghi.
A spumante e panettone.
fed.fri.

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