giovedì 20 settembre 2007

La scelta

Il candidato ideale:
saggio, dotto
e di provata fede

da Libertà, 29 agosto 2007

I vescovi vengono nominati dal Papa dopo un percorso che inizia nelle diocesi e termina, appunto, sulla scrivania del Santo Padre. Il codice di Diritto Canonico lo spiega nei canoni 377, 378.
LE CONSULTAZIONI - «Almeno ogni triennio i vescovi di una provincia ecclesiastica, oppure, dove le circostanze lo suggeriscono, le conferenze dei vescovi, mediante una consultazione comune e segreta, compilino un elenco di presbiteri... che risultino particolarmente idonei all’episcopato, e lo trasmettano alla Sede Apostolica». «Ogni volta che deve essere nominato un vescovo diocesano o un vescovo coadiutore, per proporre la cosiddetta terna alla Sede Apostolica, spetta al Legato pontificio ricercare singolarmente e comunicare alla stessa Sede Apostolica, insieme con il suo voto, ciò che suggeriscono il Metropolita e i Suffraganei della provincia, alla quale appartiene la diocesi in questione ... e altresì il presidente della conferenza dei vescovi; ...»
I REQUISITI - «Per l’idoneità di un candidato si richiede che: sia eminente per fede salda, buoni costumi, pietà, zelo per le anime, saggezza, prudenza e virtù umane, e inoltre dotato di tutte le altre qualità che lo rendono adatto a compiere l’ufficio in questione; goda di buona reputazione;
abbia almeno trentacinque anni di età; sia presbitero almeno da cinque anni; abbia conseguito la laurea dottorale o almeno la licenza in sacra Scrittura, teologia o diritto canonico in un istituto
di studi superiori approvato dalla Sede Apostolica, oppure sia almeno veramente esperto in tali discipline».

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