domenica 23 settembre 2007

Monari ad limina 2










Conclusa la visita ad limina del vescovo Luciano Monari al Santo Padre.
Ricevuto anche monsignor Lanfranchi
Quindici minuti a tu per tu con il Papa
Un colloquio cordiale sulla situazione della diocesi piacentina


da Libertà, 27 gennaio 2007

Un faccia a faccia durato quindici
minuti. Che cosa si siano detti lo
sanno solo loro, papa Joseph Ratzinger
e il vescovo Luciano Monari.
Di certo l’incontro di ieri
mattina tra il presule della diocesi
di Piacenza-Bobbio e il Santo
Padre è stato all’insegna della cordialità.
«Il Papa è una persona che
mette a tuo agio» ha detto un vescovo
all’uscita «senza far pesare
la sua autorità». Il colloquio rappresenta
l’atto finale della visita
ad limina che monsignor Monari
ha fatto assieme ai presuli dell’Emilia
Romagna. Ieri mattina si è
trovato nell’anticamera della Biblioteca
privata del Palazzo Apostolico
assieme ai vescovi di Parma,
Silvio Cesare Bonicelli, di
Reggio Emilia, Adriano Caprioli
con il suo ausilare Lorenzo Ghizzoni,
di Ravenna, Giuseppe Verucchi
e di Cesena-Sarsina, il piacentino
Antonio Lanfranchi. All’orario
stabilito, verso le 11 e 30, il
maestro di camera ha introdotto
Monari nella Biblioteca. Ad attenderlo,
in piedi, con la veste bianca,
Benedetto XVI. Il vescovo era
in abito da cerimonia, la talare nera
con la fascia viola in vita, lo
zucchetto (sempre viola) sul capo,
la croce pettorale in evidenza. Sulla
scrivania di Ratzinger l’atlante
papale aperto sul Nord Italia. Nonostante
la sua infallibilità, non si
può pretendere che un uomo di fede
che viene dalla Baviera e che si
è sempre occupato dell’interpretazione
dei testi sacri, conosca a menadito
dove si trovano tutte le diocesi
italiane. I vescovi, prima di
essere ricevuti dal Papa, devono
presentare una relazione sullo stato
della propria. È così che inizia
il colloquio, con Benedetto XVI
che dimostra di essere bene informato
sui vari aspetti locali legati
all’evangelizzazione e alla pastorale.
Il colloquio con Monari deve
essere stato anche l’occasione di
vedere di persona quel volto e quel
vescovo che in molti vorrebbero
alla presidenza della Cei per il dopo
Ruini. E visto che, la nomina italiana,
unico caso nel mondo ecclesiastico,
è di competenza papale,
ecco che i quindici minuti di ieri
mattina sono destinati, in un
modo o nell’altro, a lasciare il segno.
Federico Frighi

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