domenica 23 settembre 2007

Monari e anziani

«Gli anziani sono una ricchezza, la città ha bisogno di loro»
In Sant’Ilario il convegno “Non è più come una volta”.L’intervento del vescovo


da Libertà, 24 ottobre 1999

«La città ha bisogno degli anziani:
la loro presenza rappacifica
gli animi competitivi e
ridimensiona i problemi». A
parlare così è il vescovo Luciano
Monari che ha colto l’occasione
di un convegno in Sant’Ilario
per lanciare indirettamente
un messaggio a Piacenza
ed ai piacentini: degli anziani
non si può fare a meno;
può sembrare paradossale ma
sono loro portatori di promesse
e di speranze per il futuro.
Monsignor Monari è intervenuto
ieri mattina al convegno
“Non è più come una volta”
nell’ambito di El ventaglio del
tiempo, l’iniziativa di Caritas,
Centro missionario diocesano
e Movimento laici America latina,
che si propone di far riflettere
intorno all’incontro
fra generazioni diverse, popoli
e culture.
«Il termine ebraico che indica
la storia, etimologicamente,
fa riferimento al succedersi
delle generazioni ed assume in
sé una prospettiva futura - ha
spiegato il presule -. Abbiamo
bisogno del recupero della memoria,
altrimenti si rischia di
rimanere schiacciati dal presente
».
Un esempio significativo proviene
della cultura ebraica:
«Nella rito con cui ogni famiglia
ebraica celebra la Pasqua,
ad un certo punto della cena,
il più giovane della casa deve
domandare per quale motivo
si fa festa. Allora il più anziano
prende la parola e comincia
a raccontare la storia del popolo
d’Israele».
Il vescovo si è rivolto quindi
alla comunità perché il ruolo
della famiglia venga rispettato
anche nell’insegnamento
della dottrina cristiana: «Oltre
a quella scuola della parrocchia
che è il catechismo, si deve
riscoprire il racconto dell’anziano
come strumento educativo
all’interno della famiglia
». Il presule si è poi soffermato
sulla città come «luogo
in cui è materializzata la
memoria delle generazioni: case,
strade, palazzi, sono una
ricchezza che portiamo dietro
dal passato». Ma la città e le
sue strutture non sono nate come
mezzo per rispondere a bisogni
come la semplice mobilità
delle persone, ha evidenziato
monsignor Monari. «Sono
nate per essere luoghi di incontro
e di socializzazione. Gli
anziani nella città hanno una
presenza pacificante e ridimensionatrice,
essendo per
molti aspetti usciti dalla competitività,
dalla carriera, dall’arrivismo
». Lo aveva già detto
il Manzoni nella battaglia di
Maclodio: «Quando gli italiani
si facevano guerra tra di loro -
ha ricordato Monari - il Manzoni
si chiedeva come mai i vegliardi
non tentavano con le loro
parole di placare le turbe
cruente».
L’importanza dell’anziano risale
ad ancora prima: «La storia
della salvezza è cominciata
con un uomo che aveva 75 anni:
Abramo. L’anziano è diventato
portatore di promesse e di
speranze».
Della figura dell’anziano e
dei suoi diversi aspetti a contatto
con la società di oggi ha
parlato Stefano Mistura, direttore
del dipartimento di salute
mentale dell’Azienda Usl di
Piacenza. Mistura ha evidenziato,
in particolare, come il
vissuto temporale degli anziani
sia completamente diverso
da quello degli adulti. «L’anziano
ha una grande ricchezza:
il tempo per la riflessione».
Tale risorsa, in realtà, non viene
sfruttata sufficientemente
dalla società. «Il frenetico modo
di vivere odierno rifiuta la
riflessione perché sinonimo di
lentezza». L’analisi di Mistura
ha poi preso in considerazione
l’aspetto del tempo, della corporeità,
della consapevolezza
di essere anziano, della pericolosità
del declino, della speranza
di vita aumentata che
supera oggi, per le donne, gli
ottanta anni. «Se nell’adolescente
l’atteggiamento verso il
futuro è improntato alla potenza,
nella vecchiaia si prospetta
il declino, tanto prolungato
quanto più è alta la speranza
di vita».
I lavori erano stati aperti dal
sindaco di Piacenza, Gianguido
Guidotti, che ha portato il
saluto della pubblica amministrazione.
Presente tra il pub
blico anche il neo assessore ai
servizi sociali, Anna Braghieri.
In chiusura l’intervento di
Anna Marzi, presidente dell’associazione
di volontariato
“Emmaus”, di Reggio Emilia,
che ha parlato dell’esperienza
della propria realtà a contatto
con gli anziani. Il tema dell’incontro
generazionale verrà
nuovamente affrontato sabato
prossimo 30 ottobre con la manifestazione
“C’era un volta... i
giochi di una volta”.
Momenti di narrativa e gioco
tra nonni e nipoti che avranno
luogo in piazza Cavalli a partire
dalle 15,30. A palazzo Gotico,
intanto, continua sino al 31
ottobre la mostra El ventaglio
del tiempo, un percorso in cui
si sviluppa l’incontro generazione
fra bambini ed anziani
nelle varie culture del mondo.
Visto l’interesse della rassegna
e per dare un’ulteriore opportunità
alle scuole di utilizzarla
come strumento educativo
e didattico, è probabile che
la chiusura venga prorogata.
Federico Frighi

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