domenica 23 settembre 2007

Monari in Croazia 2









Inaugurata ieri la casa di riposo di Ogulin.
Era un fatiscente ospedale austro-ungarico
Un pezzo di Piacenza in Croazia
Anche molti arredi provengono dalla nostra città


da Libertà, 19 aprile 1998

Ogulin (Croazia) - E’ un pezzo di
Piacenza nel cuore della Croazia
la casa di riposo per anziani inaugurata
ieri mattina dal vescovo
Luciano Monari. Non ci sono
solo i 150 milioni raccolti dalla Caritas
diocesana in questo, sino a
poco tempo fa, fatiscente ospedale
di epoca austro-ungarica e, oggi,
quasi completamente ripristinato.
I lunghi corridoi bianchi, le
stanze spaziose e funzionali, le attrezzature
mediche ne fanno una
struttura di elevata qualità in un
paese appena uscito dal conflitto
dei Balcani e alle prese con il ritorno
ad una vita normale. Tutto
ciò grazie anche all’aiuto dei piacentini.
I non più arzilli vecchietti
croati riposeranno sulle vecchie
ma lussuose poltrone del Grande
albergo Roma, dismesse dopo il
rinnovo dell’hotel; dormiranno
con lenzuola, cuscini e piumoni di
una ditta di Sabbioneta, in provincia
di Mantova, condotta da una
famiglia di piacentini. Avranno
poi a disposizione attrezzature
sanitarie donate dalle cliniche Lodigiani
e San Giacomo e dall’Azienda
Usl. Molti i singoli privati
che hanno voluto collaborare concretamente
con arredi e oggetti
non più usati per vari motivi, ma
ancora in ottimo stato: vestiti per
gli anziani, biancheria, armadietti
e, nei locali della direzione, perfino
il salotto di don Giampiero
Franceschini, il direttore della
Caritas. Alla cerimonia di inaugurazione
nei locali della casa di
riposo erano presenti le più alte
autorità civili, militari e religiose
del decanato di Ogulin.
Poco meno di due ore fra saluti,
ringraziamenti e santa Messa
concelebrata da monsignor Monari,
il parroco locale don Tomislav
Sporcic, il direttore della Caritas
di Rijeka, don Milan Spehar,
e il priore del convento francescano,
padre Peter Runge. Tre le lingue
ufficiali: l’italiano, il croato e
il tedesco. Alla realizzazione della
casa di riposo hanno contribuito
anche alcune Caritas austriache
(Klagenfurt) e germaniche (Konistain),
la città di Ogulin e la regione
di Karlovac. «Questa opera
viene dal Signore e per questo
dobbiamo ringraziarlo perché ci
ha usato come strumenti della
sua bontà», ha detto il vescovo. E
infine un auspicio che più che una
speranza è una certezza. Poi la
Messa nella nuova cappella della
casa di riposo con il tabernacolo e
una patena d’argento portate da
Piacenza. Per il momento la struttura,
collegata direttamente all’ospedale
di Ogulin, non potrà dare
il benvenuto a nessuno dei suoi ospiti.
Gli anziani provenienti da
diverse zone della regione dovranno
aspettare la nuova regolamentazione
delle case di riposo in
via di approvazione dal governo
croato. La casa è composta da due
piani più un sottotetto abitabile e
da un contiguo edificio delle medesime
dimensioni. La prima fase
della ristrutturazione ha interessato
il pian terreno e il primo piano
dove sono stati ricavati posti
letto per 38 anziani. All’intervento
ha partecipato finanziariamente
anche la Caritas Italiana che,
su garanzia di quella di Piacenza,
ha versato altri 150 milioni. La Caritas
di Rijeka, a cui la direzione
dell’ospedale ha dato in usufrutto
l’edificio per 90 anni, provvederà
realizzare nei prossimi anni seconda
e la terza fase della ristrutturazione:
il ripristino del sottotetto,
che garantirà altri posti letto,
e della casa attigua.
Federico Frighi

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