domenica 23 settembre 2007

Monari in Croazia

Insieme al vescovo nella città croata in cui è stato ristrutturato un ospizio grazie ai piacentini
Viaggio ad Ogulin con dono
Il centro, 20mila abitanti, solo sfiorato dalla guerra


da Libertà, 18 aprile 1998

Ogulin (Croazia) - Ecco come
sono state utilizzate le offerte dei
piacentini per le popolazioni della
ex Jugoslavia. Dei 300 milioni
raccolti dalla Caritas diocesana
durante il conflitto nei Balcani,
150 sono qui, ad Ogulin, nel cuore
della Croazia, in una casa di
riposo per anziani ricavata in un
vecchio ospedale austro-ungarico.
Il resto è servito per affrontare
la prima fase, quella dell’emergenza.
Ad inaugurare la
struttura, questa mattina, sarà
proprio il vescovo Luciano Monari.
La sua presenza sta a testimoniare
l’importanza di un’iniziativa
che viene a suggellare il
gemellaggio d’amicizia fra la
Chiesa di Piacenza-Bobbio e
quella di Rijeka, la diocesi in cui
si trova la cittadina di Ogulin.
La delegazione piacentina, composta,
oltre che dal vescovo, dal
direttore della Caritas don
Giampiero Franceschini e da
due volontari dell’ente di via
San Giovanni, Angelo Ghillani e
Giuseppe Curallo, ha fatto tappa
nella tarda mattinata di ieri a
Rijeka (5 ore d’auto da Piacenza,
tutte sotto una pioggia battente).
Qui ha reso omaggio al vescovo
emerito della diocesi croata,
monsignor Josic Pavlisic: un arzillo
prelato ottantaduenne - «di
29 giorni più giovane del cardinale
Casaroli», come ha ricordato
in un perfetto italiano - ordinato
vescovo nel 1952 grazie all’intervento
del cardinale Oddi,
allora «facente nunzio» per i territori
comunisti della Jugoslavia.
Gli agganci con Piacenza si cominciano
ad intravedere. Si faranno
palesi una volta arrivati
ad Ogulin, dove l’accoglienza del
parroco, don Tomislav, e del direttore
della Caritas di Rijeka,
don Milan - «come la vostra
squadra di calcio - scherza -, ma
in croato vuol dire Marco» - è calorosa.
Ventimila abitanti nel
territorio comunale, poco più di
ottomila nel capoluogo, Ogulin è
una cittadina circondata dai boschi
a 800 metri di altezza nel
cuore della Croazia. A due ore di
macchina c’è Rijeka, a poco meno
c’è Slunj (gemellata con Castelsangiovanni).
I chilometri sono pochi, ma circa
lo stesso tempo occorre per
raggiungere la frontiera con la
Bosnia, su una stradaccia tutta a
curve e buche.
Anche per questo ad Ogulin la
guerra è arrivata solo di striscio.
Qualche granata nei dintorni
ma roba da nulla rispetto alle distruzioni
della non lontana Krajna,
la zona croata autoproclamatasi
repubblica serba e liberata
dalle forze governative nell’agosto
del 1995. La casa di riposo
ripristinata dalla Caritas
verrà inaugurata questa mattina
nel corso di una solenne cerimonia
alla presenza delle autorità
civili, militari e religiose
croate. A tagliare il nastro sarà
monsignor Monari che in seguito
celebrerà, nella cappella dell’ospizio,
una santa Messa. Il ritorno
a Piacenza della delegazione
diocesana è previsto per la
tarda serata di oggi.
Federico Frighi

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